martedì 25 agosto 2015

Tag: I diritti del lettore!

Miei cari lettori! Come state? L'estate sta scivolando via, il tempo continua a volare e mi sento già disperata solo al pensiero della scuola imminente. E voi? Avete ripreso il lavoro? Pronti all'inizio della scuola? Oggi vi propongo un tag carinissimo che ho trovato spulciando alcuni blog. Pronti? Iniziamo!



1. Il diritto di non leggere: un libro che non avete nessuna intenzione di leggere, né ora né mai.

Per questo diritto penso che un libro che possa andare bene è I miserabili di Victor Hugo: un tomone completamente fuori dal mio genere. In più, chi mi legge da un po' di tempo sa quanto non mi piacciano i classici e quanto sia difficile per me leggerli, anche se Il ritratto di Dorian Gray mi ha aperto mille strade!

2. Il diritto di saltare le pagine: un libro che avete letto saltando le pagine, interi capitoli o magari soltanto lunghe descrizioni.

Purtroppo questa è una cosa che mi capita spesso: descrizioni lunghe e noiose che farebbero rivoltare Manzoni nella tomba, personaggi stupidi e petulanti e capitoli inutili messi lì solo per allungare il brodo. Sicuramente mi è capitato spesso, ma non ho mai saltato tante pagine quante ne ho saltate nel caso di Cercando Alaska di John Green e di Witch & Wizard di James Patterson, ai quali arrivata a metà ho dovuto saltare interi capitoli e passare direttamente a quello finale, solo perché mi rifiutavo di credere di aver perso così tanto tempo ed energie dietro a due libri come quelli!

3. Il diritto di non finire un libro: un libro che avete lasciato a metà.

Per questa categoria ci sono più libri che potrebbero andar bene, dato che spesso, se capisco di non essere dell'umore adatto a continuare il libro che sto leggendo, lo lascio da parte e aspetto che mi torni la voglia di rileggerlo. Mi è successo con Hyperversum di Cecilia Randall, e poi con Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Non mi è mai successo di lasciare un libro a metà e poi non riprenderlo, ma questi due non li ho ancora ripresi, quindi.. credo possano rientrare momentaneamente in questa categoria!

4. Il diritto di rileggere: il libro che avete riletto più spesso.

Sicuramente Harry Potter e la pietra filosofale. L'ho riletto circa quattro volte, ed ho intenzione di riprenderlo nuovamente in lingua. Adoro Harry Potter, la sua storia e il suo sviluppo, e nonostante il mio preferito sia il terzo, nel primo volume di questa serie c'è una magia speciale e particolare che si sviluppa anche negli altri volumi, ma è accentuata in questo!

5. Il diritto di leggere qualunque cosa: un libro per bambini che avete letto da adulti oppure un libro per adulti che avete letto da bambini. 

Premettendo che adoro leggere di qualunque genere, e per qualunque età, mi è capitato a maggio di dover riprendere in mano un volume di Geronimo Stilton per la mia classe. Inutile dirvi che mi sono sentita incredibilmente felice a rileggere delle avventure del mio topo, anzi tipo, preferito, e che non ho esitato a coinvolgere anche la mia sorellina.
La mia passione per la lettura è nata proprio da bambina, e con un libro decisamente non adatto alla mia età: quando avevo al massimo otto anni, per aiutarmi a migliorare la lettura, mia zia mi faceva leggere Il codice Da Vinci. Grazie zia per avermi fatto conoscere il mondo dei libri, ma avresti potuto farmi leggere qualcosa di più leggero!

6. Il diritto al bovarismo: un libro che vi ha fatto desiderare di essere tra le sue pagine per vivere la vita dei suoi protagonisti.

Nonostante tutto quello che effettivamente gli è successo, vorrei a tutti i costi la vita di Clary della serie di Shadowhunters. So cosa starete pensando: "Ma sei matta? Ha affrontato non una, ma due guerre!" Eppure, qualcosa in quello stile di vita mi attrae: l'adrenalina, l'incertezza e l'insicurezza. E poi, mi piacerebbe vivere nei panni di Gia Montgomery di The Fill-In Boyfriend.. solo per il suo Finto Bradley!

7. Il diritto di leggere ovunque: il posto più strano in cui l'avete fatto. Ehm, cioè.. in cui avete letto!

Premetto di non aver mai letto in posti estremamente strani, ma credo che il posto più strambo in cui l'abbia fatto sia stato in fila alle casse mentre facevo la spesa!

8. Il diritto di spizzicare: il libro che spizzicate più spesso, perché ne sentite la mancanza.

Sicuramente Scrivimi ancora di Cecelia Ahern e Sette minuti dopo la mezzanotte di Patrick Ness, entrambi miei libri preferiti, che rileggerei all'infinito. 

9. Il diritto di leggere ad alta voce: un libro che almeno una volta avete provato a leggere ad alta voce.

Intorno alla quinta elementare/prima media, i produttori del programma televisivo Amici hanno iniziato a scrivere dei libri, e io da grande appassionata li acquistai. Ricordo che il secondo volume (quello blu, del quale però purtroppo non ricordo il nome), mi ha portato via più di un'intera estate: proprio non riuscivo a leggerlo. Per questo, per riuscirci, ricordo di averlo letto interamente ad alta voce, a volte creando una sorta di melodia, come una canzone. Non ricordo assolutamente nulla di quel libro, ma sono fiera di me stessa per averlo terminato!

10. Il diritto di tacere: un libro che ti ha sconvolto così tanto (in senso positivo o negativo) da non volerne parlare con nessuno.

Nonostante spesso i libri mi sconvolgano, sia in positivo che in negativo, proprio non riesco a restare zitta: devo per forza condividere il mio pensiero! Che sia su Goodreads, qui sul blog, su un pezzetto di carta, devo scrivere ciò che penso. Ma, i miei due libri preferiti (Scrivimi ancora e Sette minuti dopo la mezzanotte) mi hanno tenuta silente per qualche ora, lo ammetto!


Il tag è finito, e io vi auguro una buona serata!




lunedì 24 agosto 2015

Cosa c'è sul mio comodino? #1

Buon pomeriggio, miei cari lettori! Come state? Ho deciso oggi di introdurvi una nuova rubrica, che dovrebbe (e ripeto, dovrebbe!) cadere ogni lunedì. E' una rubrica interessante, che credo possa aiutarmi a gestire meglio il blog: sto cercando di ricominciare la programmazione dei post, ma avendo poco tempo a disposizione ho bisogno di qualcosa di veloce e leggero, che possa alternarsi alle recensioni e agli argomenti più "importanti". Quindi.. curiosi di sapere cosa c'è sul mio comodino?

Al momento in lettura ci sono diversi libri, che ho abbandonato da tempo ma che ho comunque intenzione di riprendere. Per cui, vi parlo dei due libri che ho intenzione di finire al più presto. 
Il primo è Il principe di Cassandra Clare. Quest'estate la mia lettura è stata altalenante, pensavo di passare tutta l'estate a leggere e invece tra un'uscita e l'altra il tempo che dedico alla lettura è davvero poco. Nonostante tutto sono riuscita a leggere un buon numero di libri, contando anche le varie reading slump che mi stanno colpendo quest'anno. Avevo decisamente bisogno di Zia Cassie per riprendermi un po'! E come sempre, non mi sta deludendo, anzi, a volte ho bisogno di metterlo giù perché so che quando finirà, e dovrò leggere La principessa, soffrirò. Perchè a Cassandra Clare piace far soffrire i suoi lettori, con il suo modo estremamente dolce ed interessante di scrivere, che non ti fa alzare lo sguardo dalle pagine neanche quando sono finite.
Per ora sono solo a pagina 217, ho ancora più di metà libro da leggere, ma ho deciso di prendermela con comodo e di gustarmelo. Per questo, ho anche un libro in (ri)lettura: Harry Potter e la camera dei segreti. E' il libro che meno mi è piaciuto nella serie, nonostante io l'abbia amato e adorato, ma ho deciso di rileggere l'intera serie, per cui è arrivato il momento di rileggere anche lui. Finora ho letto un centinaio scarso di pagine, e non vedo l'ora di continuare.

E voi? Cosa state leggendo? 

venerdì 21 agosto 2015

Recensione: Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde

Buongiorno a tutti, miei cari lettori! Probabilmente mentre mi leggete sarò al mare, e spero che anche voi abbiate un po' di tempo da dedicarmi e dedicarvi, in pace e relax. Dopotutto, l'estate sta volando via e il riposo non è mai abbastanza! Oggi vi parlo di un libro che mi ha piacevolmente colpita, nonostante non sia un'amante del genere e non abbia molta conoscenza dei classici. Se siete interessati alla mia recensione di Il ritratto di Dorian Gray, continuate a leggere!

Titolo: Il ritratto di Dorian Gray
Autore: Oscar Wilde
Editore: Oscar Mondadori
Prezzo: €6,90
Pagine: 284



TRAMA:

Dorian Gray, un giovane di straordinaria bellezza, si è fatto fare un ritratto da un pittore. Ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. Poiché Hallward, il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. A questo punto il ritratto diventa per Dorian un atto d'accusa e in un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio.





LA MIA RECENSIONE:

Oscar Wilde era un amante del bello, di tutto ciò che recava stupore negli occhi di chi lo guardava. Relativamente trasgressivo per l'epoca in cui è vissuto, ha sicuramente lasciato un'impronta sulle quali sono state gettate le basi della nostra vita mondana di oggi, della voglia di divertirsi al massimo e di non sprecare neanche un minuto della propria vita.
Da amante del bello qual'era, è riuscito a scrivere un romanzo che tratta il bello con apparente superficialità. In realtà, si potrebbe aprire una discussione introspettiva quasi su ogni capoverso scritto solamente nelle prime dieci pagine. Oscar Wilde è un poeta, e in quanto tale riesce e a mettere a nudo l'uomo, con i suoi sentimenti contrastanti, la sua filosofia ipocrita di vita e le sue pecche e i suoi vizi. Il suo romanzo è una cartolina ingiallita della società dell'epoca (fine dell'800), ma rappresenta ancora, a parer mio, la società di oggi.


Viviamo in un'epoca nella quale le cose non necessarie costituiscono le nostre sole necessità

Leggere questo libro mi ha fatta sentire in qualche modo terribilmente a disagio. Mi sono sentita a disagio leggendo questo libro e sentendomi nuda di fronte ad esso. E' stato, ed è, nonostante tutto, un disagio piacevole. Dopotutto, ho letto questo libro in solitudine, quindi non sono stata giudicata da nessuno se non dall'autore, che con maestria e grazia ha svelato all'uomo i suoi peccati, i suoi vizi e le sue condanne, ma ne ha anche apprezzato la bellezza, l'intelletto e la curiosità. 
Ho iniziato a leggere questo libro su consiglio di un'amica, che l'aveva adorato. Ammetto che tempo fa avevo iniziato a leggerlo, ma semplicemente non ero nel momento adatto per apprezzarlo, quindi ho finito per accantonarlo come altri mille libri. Ed è incredibile come, in certi momenti della tua vita, quando tutto sembra andare male, riusciamo ad apprezzare qualcosa che prima, quando tutto andava sicuramente al meglio, non abbiamo apprezzato.
Oscar Wilde, con questo libro, con le sue citazioni e i suoi insegnamenti, ha preso la dura verità di cui avevo bisogno e me l'ha sbattuta in faccia, senza preoccuparsi di ferirmi. E' questa la sensazione che ho avuto durante la lettura di tutto il libro. Durante tutta la sua lettura mi è sembrato che qualcuno mi avesse aperto il petto, ci avesse messo una lente di ingrandimento e stesse scoprendo ogni sfumatura del mio cuore. Non è il miglior libro che abbia mai letto, non è il mio libro preferito e non credo lo sarà mai, ma mi ha fatta sentire sicura. E' stato come confrontarsi con un amico, che riesce a dirti la verità anche se fa male, anche se all'inizio sarà difficile.

Non vi racconterò nulla di questo libro, né dei suoi personaggi. Semplicemente perchè credo che per apprezzarlo pienamente, sia necessario entrarci ad occhi chiusi, senza aspettative e senza sapere di cosa parlerà. Perché questo libro è imprevedibile, e fino all'ultimo non ho pensato che potesse succedere ciò che effettivamente è successo.

Mi è stato consigliato, e sicuramente ve lo consiglio, ma solo se siete nel momento giusto per apprezzarlo pienamente: altrimenti vi sembrerà solo un mucchio di frasi fatte messe dentro una pagina.

mercoledì 12 agosto 2015

Recensione: Countdown - Conto alla rovescia di Michelle Rowen

Buonasera a tutti, miei carissimi lettori! Come state? Oggi vi parlo di Countdown, libro di cui vi avevo accennato qualche giorno fa parlandovi dei risultati della BookTube-A-Thon. Quindi, non perdiamo altro tempo!

Titolo: Countdown - Conto alla rovescia
Autore: Michelle Rowen
Editore: Harlequin Mondadori (e-lit)
Pagine: 230
Prezzo: €6,99

TRAMA:

Kira Jordan è sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia e a mesi trascorsi per strada in una città devastata dalla Grande Epidemia. Se l'è cavata solo perché impara in fretta e forse anche grazie alle sue limitate abilità Psi, ed è convinta di poter affrontare qualunque cosa... finché non si sveglia in una stanza vuota, ammanettata, insieme a Rogan Ellis. E scopre che sono entrambi concorrenti di Countdown, un sanguinoso reality show illegale dal quale si esce solo se si vince. La sua unica possibilità di superare tutti i livelli di quel gioco perverso è affidarsi all'istinto e mettere la propria vita nelle mani di quel ragazzo cupo e bellissimo. Anche se forse è un assassino.


LA MIA RECENSIONE:

Dopo diversi libri letti, e diverse strategie di rating adottate, mi rendo conto che in realtà, sapere se un libro mi è piaciuto o meno, è davvero molto semplice. Mi basta pensare a ciò che ricordo del libro stesso, indipendentemente dal tempo passato dalla prima volta che l'ho letto: se ricordo ancora più passaggi, è stato un buon libro. E cosa dire allora di Countdown, che ho finito questo pomeriggio, e del quale non ricordo assolutamente un tubo se non la trama a grandi linee e ciò che non mi è piaciuto? Ma analizziamo il tutto con calma. (Potrebbero esserci degli spoiler, ma non potevo trattenermi.)
Ci troviamo in una sorta di era post-apocalittica, un'era in cui il sessanta per cento della popolazione è stato ucciso dall'Epidemia, e in cui tutti si affrettano per comprare un biglietto per Colonia, una città protetta da tutto e tutti. I nostri due protagonisti sono Kira, la cui famiglia è stata misteriosamente uccisa una notte durante un blackout, e Rogan, un pluriomicida condannato all'ergastolo senza sconti di pena per buona condotta.
Ve lo concedo: la trama è accattivante. Tremendamente accattivante. A chi non piacerebbe un libro del genere? I nostri protagonisti si ritrovano all'interno di Countdown, una sorta di reality show al quale non hanno mai accettato di partecipare, o almeno, Kira non l'ha mai fatto. E già qui, inizia l'assurdo di questo libro.

Lo so, so cosa state pensando: "Leggi i fantasy, leggi i distopici, e ti scandalizzi per due persone mandate contro la propria volontà in un gioco?". No, non è quello a scandalizzarmi, bensì il fatto che molte delle cose accadute in questo libro sono in un contesto "normale", quotidiano, ma sono al limite dell'assurdo e spesso del ridicolo. Tralasciando il fatto che entrambi i personaggi mi siano sembrati petulanti e stupidi, entrambi sono trementamente finti. Finti tosti, finti testardi, finti innamorati. Perché il loro amore è nato in tre giorni di trasmissione, e perdonatemi, ma non credo nell'amore così immediato, soprattutto dopo l'odio del primo giorno e mezzo. 
Nonostante tutto, nonostante lo stile di scrittura non sia tanto male (anche se potremmo discuterne per ore), la storia stava procedendo in maniera abbastanza veloce, i personaggi riuscivano a superare questi maledetti livelli e tutto procedeva per il verso giusto. Ovviamente, inutile dirvelo: superavano i livelli allo scoccare del coutdown. Perché sì, ogni livello ha un tempo limite, e sia Rogan che Kira riescono a farsi venire delle idee geniali esattamente mentre il tempo era a "10..9..8..". Okay, okay. Serve a creare la suspance, giusto? Posso capirlo la prima volta, e forse anche la seconda. Ma alla terza già è una rottura, e alla quarta mi fa dubitare dell'intelligenza dei personaggi stessi. 

La vera parte ridicola, arriva quando inizia la parte Endgame. Perché, signore e signori, si viene a scoprire che il padre di Rogan, creatore del gioco, colui che ha mandato suo figlio a morire in quel programma, è in realtà posseduto da un virus (a settembre, al cinema, uscirà un film a riguardo) perché si è impiantato un microchip nel cervello. Michelle, ma a che pensavi quando hai scritto questa parte del libro? Perchè non farlo terminare con i due che scappano alla Uno splendido disastro, e scrivere un libro di merda un po' meno di merda?
Lo stile di scrittura è poco descrittivo, con molti dialoghi, e mi sarebbe anche potuto piacere, se i personaggi non avessero continuato a scambiarsi frasi inutili, senza senso e scritte solo perché fa figo così.

IL MIO VOTO:


Perché due stelline e non una? Bhe, leggere questo libro è stato tremendamente divertente.

martedì 11 agosto 2015

#5books7days TBR

Buonasera a tutti! Come state? Posso dire di essere letteralmente bruciata, dalla testa ai piedi. Nonostante ami il sole, ammetto che fa male! Oggi, come promesso ieri, vi posto la mia TBR per la #5books7days read-a-thon, ideata da @lottelikesbooks su Instagram. Per questa maratona non ci sono regole: l'importante è leggere cinque libri, in sette giorni, cioè fino al 16 agosto. 



Direi che la mia main TBR è questa, ma ci ho infilato tre letture in lingua, che sono già sicura di non poter portare a termine, o almeno, non tutte quante. Adoro l'inglese, e leggere in lingua è tutta un'altra storia. Nonostante ancora non abbia letto poi così tanto, so che è molto meglio e che a volte aiuta ad entrare meglio nella storia, ma sono ancora abbastanza alle prime armi, per cui richiede tempo, e durante una read-a-thon, il tempo c'è ma non è mai abbastanza. Per cui, qui sotto vi lascio altri libri che potrei leggere, e che sono più o meno sicura di scambiare con qualcuno di quelli della main.



Che la lettura abbia inizio! 

lunedì 10 agosto 2015

Risultati BookTube-A-Thon

Buonasera a tutti, miei carissimi lettori! Come state? Anche questa maratona è giunta al termine, ma non preoccupatevi.. ne è iniziata una nuova, alla quale partecipo assolutamente! So che può sembrare banale, ma adoro le read-a-thon. Mi spingono a leggere in ogni momento libero e mi tengono attiva più del solito. Se siete interessati a saperne di più, aspettate il post di domani, nel quale vi proporrò la mia TBR!

Questa read-a-thon aveva come scopo la lettura di 7 libri. Io ne ho letti solamente tre, ma sono comunque soddisfatta del risultato, in quanto solitamente mi fermo ad uno, oppure uno e mezzo. Uno degli obiettivi era leggere sette libri, per cui dopo la lettura di La fuga, ho deciso di rompere la TBR che avevo creato e di non seguire più nessuno dei punti, per questo ho deciso di leggere altri due libri che non facevano parte di nessun'altra categoria.

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Purtroppo, anche per me si è conclusa la saga di The Maze Runner. Non c'è niente che avrei preferito leggere, tutto in La fuga e La rivelazione era perfetto (Tranne una delle morti, ma penso che sia stata comunque una morte eroica, per quanto possibile). James Dashner è ufficialmente diventato uno dei miei autori preferiti, e non penso mi riprenderò mai dalla quantità di emozioni che questi libri mi hanno dato. E poi, siamo arrivati ad un flop totale con Countdown, ma non ho intenzione di dirvi nulla: la recensione arriverà tra qualche giorno, anche se, se non potete proprio aspettare, la trovate sul mio profilo di Goodreads.


Devo dire che mi sento abbastanza soddisfatta di questa read-a-thon, e voi? Avete partecipato? Quanto avete letto?

sabato 8 agosto 2015

Some words from..

Rubrica di cadenza casuale, dedicata a passi di libri che sto leggendo, canzoni, 
che voglio assolutamente condividere con voi.


"Un eroe è qualcuno che fa la cosa giusta anche quando la cosa giusta non è la più facile."


E quindi vi chiedo, voi siete degli eroi?




venerdì 7 agosto 2015

Recensione: La rivelazione di James Dashner

Buonasera a tutti miei cari lettori! Chiedo scusa per la tarda ora, ma è l'unico momento che sono riuscita a trovare per scrivervi. Lo so, lo so che ultimamente mi faccio viva solo con le recensioni, ma purtroppo non ho abbastanza tempo per le rubriche. O meglio, non ho neanche il tempo di programmarle. Ma, penso che sfrutterò i momenti come questo per iniziare a scrivervi nuovamente con la stessa passione di prima. Oggi vi parlo di un libro che mi ha straziata, La rivelazione di James Dashner!

Titolo: La rivelazione (The maze runner #3)
Autore: James Dashner
Editore: Fanucci
Pagine: 352
Prezzo: €14,90

TRAMA:

Thomas sa di non potersi fidare delle menti malvagie che fanno parte della C.A.T.T.I.V.O., l'organizzazione che continua a tenere sotto scacco lui e gli altri Radurai, i sopravvissuti al Labirinto. Il tempo delle menzogne è finito, gli ripetono, i loro ricordi sono stati ripristinati e le tremende Prove cui sono stati sottoposti sono terminate. Sostengono di aver raccolto tutti i dati di cui avevano bisogno, ma di dover fare ancora affidamento su di loro per un'ultima missione: tocca ai Radurai trovare una cura per l'Eruzione, lo spietato morbo che conduce alla follia. Ma accade qualcosa che nessuno degli uomini della C.A.T.T.I.V.O. poteva prevedere: i ricordi di Thomas si spingono molto più lontano di quanto possano anche solo sospettare, fino alla verità. Il ragazzo adesso ha la conferma: non può credere a una sola parola di quello che dicono. E i suoi ricordi gli rivelano che dovrà fare molta attenzione, se vuole sopravvivere, perché la verità è più pericolosa della menzogna.

LA MIA RECENSIONE:

Ho appena finito di leggere questo libro, e sono sconvolta. Distrutta. Leggere questa trilogia, è stato come affrontare un viaggio: dal primo libro, a quest'ultimo, la strada è stata tanta e non sempre piacevole, spesso è stata burrascosa e spesso mi ha fatta soffrire. Soffrire per il numero di personaggi ai quali ho dovuto dire addio, i personaggi che ho dovuto sopportare e i personaggi che ho imparato ad amare. 
James Dashner ha creato un mondo inquietante e allo stesso tempo meraviglioso: un mondo in cui non è facile vivere, ma in cui l'istinto di sopravvivenza regna sovrano. So che al momento sono ripetitiva, e forse non vi dirò nulla che già non sappiate, ma sono alquanto scossa. 

Ci troviamo alla fine delle Prove, dopo aver affrontato il periodo nella Zona Bruciata. Non dirò null'altro, perché sarebbe solo uno spoiler per chi ha intenzione di leggere la trilogia, o questo libro. Finalmente, Dashner ci da le risposte a tutte le nostre domande: non c'è una domanda a cui non sia stata data una risposta. Persino le domande lasciate in sospeso nel primo libro, hanno avuto la loro spiegazione. 
Leggere questo libro è stato doloroso. Inutile mentirvi o portare all'esagerazione ciò che provo, ma leggere questo libro è doloroso. Doloroso perché sento nel petto il cuore come un macigno, sento di non essere stata pronta quando alcuni personaggi hanno lasciato il posto ai nuovi, e quando la tristezza ha lasciato il posto alla disperazione. 
Rileggendo la recensione che avevo dato al primo libro, mi sono accorta di aver abbassato il rating perché le emozioni dei personaggi, di fronte alla morte e alla disperazione, non erano state approfondite. In realtà, oggi, dopo aver letto altri due libri scritti da lui, e aver approfondito la mia conoscenza riguardo al suo modo di scrivere, mi sono resa conto che in realtà è stata una vera e propria scelta stilistica: il mondo in cui ci troviamo non lascia spazio alla disperazione, alla tristezza e al lutto. Non c'è tempo di piangere i propri cari, perché farlo significherebbe perderne altri nel pianto. 

Lo stile di scrittura di Dashner è delizioso: descrittivo al punto giusto, introspettivo quanto serve e chiaro. E' limpido: nulla si cela agli occhi del lettore, nessuna emozione, seppur sottile, viene tralasciata. Nessuna emozione è invisibile. 
Thomas, la sua crescita è stata disarmante: più si va avanti, più diventa uomo ed eroe al tempo stesso. La sua voglia di salvare il mondo, di trovare una cura, di sacrificarsi e donare se stesso ad un mondo che non gli riconoscerà mai abbastanza è presente in tutto il libro, in tutta la trilogia, dalla prima pagina all'ultima. La sua forza di volontà, la sua forza d'animo, dimostrata sempre, in ogni situazione. Ho davvero imparato ad amare ed apprezzare, ma soprattutto a stimare e rispettare, questo personaggio, che seppur inventato, somiglia un po' a noi tutti. 

Chi che mi ha maggiormente spezzato il cuore, però, è stato Newt. Newt, il ponderato, calmo e rispettoso Newt, ormai malato, ormai in preda alla disperazione e alla pazzia. Newt, il pilastro che non avrei mai pensato potesse cadere, non in questo modo, seppur la sua caduta sia stata da eroe. 
Per Teresa, come potete immaginare, non sono minimamente dispiaciuta. Sono stata davvero felice di avere dei "ritorni", gente andata che è tornata in modo diverso ed inaspettato.
In linea di massima, mi sento di consigliare questa trilogia, e quest'autore, a chiunque desideri affezionarsi a qualcuno e a chiunque voglia una storia nuova, intensa e sempre pronta a stupire il lettore.

Con Dashner, non ci si annoia mai.

IL MIO VOTO:


martedì 4 agosto 2015

Recensione: La fuga di James Dashner

Buon pomeriggio a tutti! Come state? Oggi il tempo è leggermente meno afoso, e vi scrivo nei cinque minuti liberi che ho prima di iniziare a prepararmi e scappare, dato che sono già abbondantemente in ritardo. Ad ogni modo, ho terminato la mia prima lettura per la BookTube-A-Thon, e non potevo non parlarvene subito, dato che mi ha completamente conquistata!

Titolo: La fuga (The Maze Runner #2)
Autore: James Dashner
Editore: Mondadori
Prezzo: €14,90
Pagine: 330


TRAMA:

Quando l'uomo vestito di bianco e dalla faccia da ratto finì di parlare, Thomas capì che per lui e gli altri Radurai l'ora delle prove non era ancora terminata... Il Labirinto e i viscidi Dolenti sono ben poca cosa se paragonati alla lunga marcia che la Cattivo ha stavolta pianificato per loro attraverso la Zona Bruciata, una landa squallida inaridita da un sole accecante e sferzata dalle tempeste di fulmini, popolata da esseri umani che l'Eruzione, il temibile morbo che rende folli, ha ridotto a zombie assetati di sangue. Nelle due settimane in cui dovranno percorrere i centocinquanta chilometri che li separano dal porto sicuro, la loro meta, tra cunicoli sotterranei infestati da sfere metalliche affamate di teste umane e creature senza volto dagli artigli letali, i Radurai dovranno dar prova del loro coraggio e dar voce al loro istinto di sopravvivenza. In questo scenario da desolazione postnucleare, superando le insidie di città fatiscenti e foreste morte, il viaggio verso il luogo misterioso in cui potranno ottenere la cura che salverà loro stessi e il mondo diventerà per Thomas, Brenda, Minho e gli altri un percorso di scoperta del proprio mondo interiore, del limite oltre il quale è possibile spingere le proprie paure.


LA MIA RECENSIONE:

Non posso credere di essere ancora viva, seduta alla scrivania di casa mia, dopo aver letto questo libro. O meglio, dopo averlo divorato, capitolo per capitolo, pagina per pagina, parola per parola.
James Dashner si è ufficialmente conquistato un posto speciale nel mio cuore, e insieme a lui Thomas, che sarà sicuramente uno dei miei personaggi preferiti di sempre. 
Ma, partiamo dall'inizio: dove eravamo rimasti? I nostri Radurai erano finalmente riusciti ad evadere dal Labirinto, erano finalmente in salvo. La salvezza sembra essere però solo un lontano miraggio, in quanto sono ancora nelle mani del diavolo, e se possibile, lo sono più di prima. Sono ancora sotto esperimento, sottoposti alle Prove, alle Variabili, e soprattutto sono ancora sotto il controllo della CATTIVO. Finalmente, in questo volume ci viene spiegato qualcosa in più riguardo all'Eruzione e al mondo in cui l'autore ha voluto ambientare la sua storia. Il mondo creato è nuovo, improbabile ed inquietante: in poche parole, delizioso. Non c'è un aspetto del mondo creato da Dashner che non mi affascini e non mi faccia venir voglia di saperne di più. L'Eruzione ci si presenta come una malattia che consuma dentro, che toglie all'uomo la sua umanità e che lo logora inspiegabilmente. Che possa essere un parallelismo con l'uomo nella nostra società? Che possa cercare di sottintendere che l'uomo sta perdendo la sua umanità, avvicinandosi sempre di più alla bestia? All'animale? 

Lo sviluppo che Thomas ha avuto dal primo libro a questi ultimi capitoli è disarmante: la sua voglia di sopravvivere, il suo carattere, la sua intelligenza. Tutto è amplificato rispetto al Labirinto. Se prima era un semplice Pive, un Fagiolino, adesso è il Leader su cui tutti fanno affidamento e a cui ci si rivolge in caso di pericolo. Ammetto che in questa serie, prediligo i personaggi maschili a quelli femminili, che mi risultano spesso troppo petulanti, falsi e ipocriti. 
Ho odiato Teresa sin dal suo arrivo nella Radura, e penso che mi porterò quest'odio fino alla Rivelazione. La trovo falsa, stupida, petulante e spesso troppo ingenua. Non è uno di quei personaggi cazzuti che piace a me, non mi fa venir voglia di chiudere gli occhi e pregare di essere come lei un giorno.
Stessa cosa per Brenda, che tutti sembrano adorare per il suo spirito guerresco, ma che in realtà di guerresco ha ben poco, a mio parere. Il fatto che sia addestrata non significa che sia anche coraggiosa e in grado di combattere, e credo che in più situazioni l'abbia dimostrato. L'ho trovata spesso troppo spinta per essere una malata che sta per perdere il senno.
I personaggi maschili, invece, sono uno meglio dell'altro: Minho, sempre distaccato, lucido e razionale, nonostante abbia un cuore grande; Newt, misterioso e riservato, ma con un senso dell'umorismo spiccato; ed infine, il nuovo uomo, Jorge, sul quale non posso spendere più di due parole, dato che credo ci sia stato solamente introdotto, e non ha avuto molto spazio in questo primo incontro. 

Lo stile di scrittura di Dashner è accattivante e semplice, ti tiene incollato alle pagine e ti fa bramare di saperne di più. Nonostante tutto, ho trovato qualche errore: colpa dei nostri traduttori? Errori di battitura? In ogni caso, qualche errore non ha rovinato il libro, che merita e merita anche tanto.
Con Dashner non ci si annoia mai: troverà sempre il modo per far accadere qualcosa di incredibilmente inaspettato. Il suo modo di scrivere è dolcemente inquietante, così come lo sono le sue immagini e a tratti i suoi personaggi.
Ho adorato questo libro, e non credo aspetterò un altro anno (come ho aspettato per leggere questo) per leggere il suo seguito. Anzi, credo che mi ci immergerò prima di quanto immaginiate.


IL MIO VOTO:


domenica 2 agosto 2015

Recensione: Non voglio essere famosa! di Elena Depaoli

Buonasera miei cari lettori! Come state? Io sono molto stanca: sono appena rientrata dal mio weekend fuori, e tra valigie da disfare e vestiti da lavare le mie energie sono sotto lo zero. Nonostante tutto, ho trovato la forza per scrivervi, dato che mi sono ricordata di non aver programmato nessun post per oggi. Proprio stamattina, mentre prendevo il sole, ho terminato il romanzo di Elena Depaoli, Non voglio essere famosa! di cui vi parlo oggi. Quindi, se siete interessati, continuate a leggere!


Titolo: Non voglio essere famosa!
Autore: Elena Depaoli
Editore: edizioniCentoAutori
Prezzo: €7,50
Pagine: 157
Data di pubblicazione: 6 agosto 2015

TRAMA:

Il grande momento di Victoria è arrivato. Dopo anni di gavetta, ha ricevuto finalmente l'occasione giornalistica della sua vita: l'intervista a Mike LoSanto, suo idolo e amatissimo divo di telenovele. Ma, invece che nel sognato tête-à-tête in una stanza d'hotel, l'incontro si trasforma in un disastro: un imprevisto rivela a sorpresa alla giornalista che Mike, in realtà, è ben diverso da come lo conoscono le fan. Grazie a uno scatto fotografico di troppo, Victoria viene suo malgrado coinvolta nella vita privata del fascinoso attore e si ritrova proiettata, all'improvviso, nell'olimpo dorato delle celebrità. E allora, non resta che cavalcare l'onda del successo, mantenendosi in bilico tra aspirazioni professionali nel difficile mondo editoriale e fantasie da jet-set. Che, a quanto pare, è ormai possibile realizzare. Condurre un'esistenza da star, però, è più impegnativo di come sembri. Soprattutto quando influenza la propria vita personale, trascinandola in direzioni inaspettate e non sempre gradite. Ma Victoria saprà come far girare le cose in suo favore.

LA MIA RECENSIONE:

Quando la postina mi ha consegnato questo libro, sapevo già che sarebbe stata la perfetta lettura da fare sotto l'ombrellone, a bordo piscina, distesa su di un lettino. Ed in effetti, è stata proprio quel genere di lettura. Semplice, veloce e divertente.

Victoria ha ventisette anni e scrive per un giornale gratuito. Dopo che Michael ha lasciato il posto di lavoro, c'è una possibilità per lei di diventare articolista, e quindi di avere l'occasione, una volta a settimana, di sgusciare fuori dalla monotonia del proprio lavoro e di intervistare personaggi illustri. Ed è proprio quello che le succede, quando finalmente può incontrare Mike LoSanto, attore latino che lei tanto adora, ma che in realtà si mostrerà ben diverso da quello che si aspettava.

Non voglio essere famosa! è un romanzo fresco, solare e divertente. E' una lettura sicuramente leggera, scritta sotto forma di diario, alla quale non manca niente, se non qualche pagina in più. I personaggi sono frizzanti, allegri e fanno ridere. 

Una delle pecche di questo romanzo è il fatto che il romanzo sia ambientato a Londra. Elena, siamo italiani, e vogliamo personaggi italiani! Ammetto di non aver apprezzato completamente il fatto che i personaggi siano o completamente inglesi, oppure solo italiani per metà. So che per molti è un dettaglio effimero, ma non essendo una grande lettrice di romanzi made in Italy, quando ne leggo qualcuno mi piace avere personaggi e storie italiani. 

La scrittura è scorrevole e accattivante, nonostante la semplicità che la caratterizza. I personaggi, chi più chi meno, sono tutti interessanti, anche se non perfettamente caratterizzati: forse per il numero delle pagine, forse per lo stile che l'autrice ha voluto utilizzare, forse per il fatto che sia scritto in prima persona e sotto forma di diario. La sensazione, dopo aver chiuso il libro, è di aver letto una storia carina e interessante, ma nessuno dei personaggi mi è rimasto nel cuore o mi ha dato emozioni.

Se cercate una lettura da ombrellone, questo romanzo è quello che fa per voi! 

IL MIO VOTO:

sabato 1 agosto 2015

Review: Paris Time Capsule by Ella Carey


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Title: Paris Time Capsule
Author: Ella Carey
Release Date: May 26th, 2015
Pages: 290


New York–based photographer Cat Jordan is ready to begin a new life with her successful, button-down boyfriend. But when she learns that she’s inherited the estate of a complete stranger—a woman named Isabelle de Florian—her life is turned upside down.
Cat arrives in Paris to find that she is now the owner of a perfectly preserved Belle Époque apartment in the ninth arrondissement, and that the Frenchwoman’s family knew nothing about this secret estate. Amid these strange developments, Cat is left with burning questions: Who was Isabelle de Florian? And why did she leave the inheritance to Cat instead of her own family?
As Cat travels France in search of answers, she feels her grasp on her New York life starting to slip. With long-buried secrets coming to light and an attraction to Isabelle de Florian’s grandson growing too intense to ignore, Cat will have to decide what to let go of, and what to claim as her own.


I really don't like Paris and France so much, but when I read the synopsis of this book I thought it would be an amazing chance to learn something more about Paris, because back in march I read Anna and the French kiss and I really liked the whole Paris building. Cat decides to go to Paris with her boyfriend, and when she arrives she finds out that she's the owner of an apartment that has been closed for years now. This girl named Isabelle de Florian has left the apartment to her, and not to her family, so she starts question herself. 
This could have been a great book, the whole story was supposed to make you love the writing style and the characters, but the main problem was the writing style. I know the copy I read was an ARC, and I know that maybe they changed something in the end, but the thing is that to me, the whole book needed to be rewritten. I kept reading because at some point I became a little curious, but my eyes were bleeding. I really didn't like the writing style at all and I think this is why I didn't appreciate the book in the end. 
Sometimes I didn't even like the characters! They acted like they were stupid, and maybe they really were. I wish I didn't read this book, because I had high expectations and it was a disappointment.