martedì 29 settembre 2015

Recensione: Il bacio della morte di Marta Palazzesi

Buon pomeriggio miei carissimi lettori! Come state? Devo seriamente trovare qualcosa di meglio da dirvi ogni volta che apro un post, oppure vi annoierete ed inizierete a non leggere neanche quelle quattro cosette che vi dico ogni volta. Oggi vi parlo della più grane delusione di questo 2015, Il bacio della morte di Marta Palazzesi!

Titolo: Il bacio della morte (La casa dei demoni #1)
Autore: Marta Palazzesi
Editore: Giunti Y
Pagine: 384
Prezzo: €5,90

TRAMA:

Quando hai diciotto anni, vivi nelle remote foreste della Romania e il tuo unico obiettivo è dare la caccia alle spietate creature che popolano il Mondo Sotterraneo, non puoi permetterti distrazioni. E questo Thea lo sa molto bene. Abile mezzo demone dotato del potere dei sogni, è una ragazza ribelle e irriverente. Ma quando riceve il pugnale con cui cacciare gli Azura, è più che determinata a impegnarsi fino in fondo negli allenamenti che la renderanno ufficialmente una Cacciatrice, mettendo da parte tutto il resto. Però non sempre le cose vanno come previsto e Thea si ritrova costretta non solo a combattere contro un nemico infido e crudele, ma anche a resistere al costante impulso di azzuffarsi col padre, dal quale ha ereditato i poteri da Incubo. Ma soprattutto deve cercare di contenere l’attrazione per il nuovo compagno di caccia, un affascinante mezzo Succubo dal passato oscuro. Inaspettate rivelazioni e inquietanti avvenimenti sconvolgeranno pericolosamente la vita di Thea, divisa tra il desiderio di seguire chi ama e compiere il proprio dovere.


LA MIA RECENSIONE:

Una mia amica, estasiata, mi ha gentilmente prestato questo romanzo. Quello che non le dirò, liberandomene, finalmente, domani, sarà che è stato uno dei romanzi più brutti che io abbia mai letto. Non solo perché i personaggi non avevano spessore, le ambientazioni erano inesistenti e la trama spudoratamente copiata, ma proprio perché questo romanzo è brutto. 
Ma, come al solito, partiamo dalla trama. La trama è un miscuglio dei primi tre libri di Vampire Academy, misto a qualcosina di Shadowhunters. "Ma come, che dici" mi chiederete, eppure posso dimostrarvelo. 
Thea ha diciotto anni (Rose ne ha diciassette, se non erro, mentre Clary quindici, ma okay, sorvoliamo sull'età, dopotutto abbiamo avuto tutti quindici, sedici, diciassette anni) e vive in Romania, in un Palazzo che funziona da scuola. Si sta preparando per i suoi due anni di allenamento dopo il diploma. Vi suona familiare? Ebbene sì, perché anche la serie di Vampire Academy  è ambientata in una scuola, appunto, l'Accademia dei Vampiri, però in Russia. Thea è una mezzo-demone. E' infatti nata dall'unione di un demone (suo padre, con il quale non ha rapporti, o meglio, dice di non averne) e sua madre (mezza matta). Nella sua scuola, chiamata La casa dei demoni (L'accademia dei vampiri), vivono demoni e mezzi-demoni, che combattono contro gli Azura, ovvero dei demoni cattivi che hanno come unico tratto distintivo le unghie molto lunghe. 
In Vampire Academy abbiamo i Moroi, cioè i vampiri buoni, e gli Strigoi, cioè i vampiri cattivi, completamente identici a quelli buoni se non per alcuni tratti distintivi, e i dhampir, mezzi vampiri e mezzi umani. 
Se il parallelismo con VA non vi sembra azzeccato, passiamo a quello con Shadowhunters: gli Shadowhunters sono dei mezzi-angeli, che servono gli angeli e combattono i demoni. Inutile specificare che in entrambe le serie (VA e SH) i combattenti sono accoppiati, e inutile specificare che ovviamente anche ne Il bacio della morte sono in coppia.
Thea vuole a tutti i costi essere accoppiata con la sua migliore amica, un altro personaggio insulso come lei, ma casualmente (e sottolineo, casualmente) viene messa in coppia con Damien, una sorta di Christian Gray remodernizzato e messo in un mondo parallelo. 
I personaggi creati dalla Palazzesi sono stupidi, maleducati, ignoranti, poco profondi e decisamente senza spessore. Sono personaggi dei quali ci si dimentica in un secondo, e che si odia in anche meno. L'unica caratterizzazione che l'autrice è stata in grado di dare a questi poveri esseri è stata quella visiva (vi ho allegato apposta le due immagini, una di Zoey Deutch, che sarebbe la nostra Thea e una di Douglas Booth (oh, povero Douglas.. a chi hanno osato dare il tuo volto?) che sarebbe Alex, che a sua volta è la copia di Adrian di VA). 
L'autrice ha uno stile ripetitivo, ma nonostante tutto si legge facilmente, quindi aveva tutte le capacità stilisticamente di scrivere un buon romanzo. Di compensare alla sua mancanza completa di originalità. Ma, anziché eliminare le parti scopiazzate, ha deciso di continuare ad inserirne di nuovo, rendendo questo libro degno di un corso di taglio e cucito. 
Se non avete letto entrambi i libri e non volete spoiler, non leggete il grassetto.
Alex ha il potere di resuscitare i morti, proprio come Lissa. Damien è palesemente attratto da Thea, glielo dice apertamente, ma fa di tutto per allontanarla da lui. Thea, a differenza di Rose, non è solamente avventata e stupida, ma è soprattutto maleducata. Ogni motivo è buono per minacciare qualcuno di prenderlo a pugni, o per pensare di farlo. Cos'ha di sbagliato questa ragazza?
Sono davvero, davvero delusa. Più cerco di dare possibilità all'Italia, più mi rendo conto che purtroppo, nella maggior parte dei casi, a noi italiani riesce solamente copiare. Copiamo, e siamo anche bravi nel farlo, ma lo facciamo spudoratamente e con la convinzione che nessuno se ne accorgerà mai. Questo libro potrebbe essere tranquillamente denunciato, tanto è uguale alla storia pubblicata dalla Mead. Avrei dato volentieri zero stelle a questo romanzo, ma alzo il mio punteggio ad uno solamente perché Douglas Booth mi sta fissando in tutta la sua magnificenza dalla foto che vi ho allegato. 

IL MIO VOTO:

lunedì 28 settembre 2015

Recensione: Fantastic 4 - I fantastici 4

Buongiorno a tutti, miei cari lettori! Come state? Stamattina, prima di gettarmi nello studio come se stessi per gettarmi in un burrone, ho deciso di parlarvi di un film che ho visto ieri. Devo ammettere che ieri, nonostante abbia studiato molto, sono riuscita a maratonare ben tre film, e ne sono più che contenta, dato che, come ben sapete, il cinema è una delle mie più grandi passioni. Infatti, ieri ho visto Magic Mike, Magic Mike XXL e Fantastic 4, film del quale vi parlerò oggi.





Titolo: Fantastic 4 - I fantastici 4
Regia: Josh Trank
Durata: 100 minuti
Genere: azione, fantascienza, fantastico
Anno: 2015

CAST:

Miles Teller as Reed Richards (Mister Fantastic)
Kate Mara as Susan "Sue" Storm (Donna Invisibile)
Michael B. Jordan as Johnny Storm (La torcia umana)
Jamie Bell as Ben Grimm (La cosa)







LA MIA RECENSIONE:

Da grandissima amante della Marvel, dei fumetti e dei Fantastici 4, non potevo lasciarmi scappare il reboot del film uscito nel 2005, che avevo adorato tantissimo e che ho riguardato più volte con la compagnia del mio papà (grande appassionato anche lui dei Fantastici 4 e degli X-Man). 
Ci troviamo nell'universo creato ancora una volta magnificamente dalla Marvel, tutto sembra essere al punto giusto, ma purtroppo, a mio modesto parere, i tempi sono del tutto sbagliati. Inizio troppo lento (la storia "inizia" realmente solo superati i 50 minuti) e la fine troppo frettolosa (in neanche 10 minuti viene esposto il problema e risolto sistematicamente). 
Ma, partiamo dalla storia: la storia è esattamente quella proposta nei fumetti e nel 2005. Abbiamo quattro giovani menti alle prese con un esperimento di scienza decisamente troppo grande per loro. Un esperimento che li porterà in una nuova dimensione, dalla quale otterranno dei poteri decisamente inusuali. Reed, otterrà la capacità di allungare qualunque parte del suo corpo, battezzandosi come Mister Fantastic. Susan riuscirà a modificare le proprie particelle corporee, diventando invisibile (non a caso, la Donna Invisibile). Johnny invece otterrà la capacità di prendere fuoco, infatti il suo nome sarà La Torcia Umana. Ben, invece, forse il più sfortunato tra loro, si fonderà con delle rocce che lo renderanno forte, sì, ma lo allontaneranno dalla sua umanità, tanto che viene chiamato semplicemente La Cosa.
Per quanto riguarda gli attori, purtroppo, solamente Victor mi è piaciuto. A livello fisico, ho trovato Kate, che interpretava Susan, decisamente troppo in avanti con l'età rispetto alla Susan che avevo io in mente. Immaginavo una ragazza estremamente giovane, o che quanto meno lo sembrasse, mentre la Mara hanno cercato di farla sembrare più giovane (dopotutto ha solamente 32 anni!), ma con scarsi risultati, e nonostante tutto i loro tentativi erano estremamente evidenti. Nulla contro l'età, molti dei miei attori preferiti non sono ventenni, ma penso che per un film indirizzato ad un pubblico abbastanza giovane, e per un personaggio che non è molto adulto, avrebbero potuto trovare di meglio.
Personalmente, neanche dal punto di vista recitativo mi ha entusiasmata: l'ho trovata scarna, ha utilizzato tre o quattro espressioni tutte uguale per tutta la durata del film. Credo che un attore debba esprimere più di tre o quattro emozioni, e soprattutto che debba esprimerne anche le sfumature più remote: rabbia mista ad un po' d'invidia, gelosia mista ad amore. Gli altri tre attori non mi sono sembrati estremamente preparati, ma neanche malvagi.
Ho trovato scarna anche la sceneggiatura. E' tutto molto lento all'inizio, come vi ho già detto, e tutto molto veloce alla fine, ed è forse anche per questo che la sceneggiatura non mi è per niente piaciuta.
Tra i Fantastici 4, gli eroi della nuova generazione, avrebbe dovuto esserci intesa, dialogo e comprensione. Invece, per tutta la durata del film, le uniche battute che si scambiano sono per insultarsi a vicenda (forse quattro, al massimo cinque volte) e il loro dialogo consiste semplicemente in discorsi esistenziali e scientifici. Parlano solamente di quello che stanno costruendo, dei pezzi che servono, di come montare gli oggetti, di quanto sia bello navigare nello spazio e nel tempo. Ma, di concreto, tra loro i legami sono nulli: non c'è crescita emotiva né di gruppo, né personale. 
In poche parole, non ci si affeziona a nessuno dei quattro personaggi.
Il film si era registrato in gran segreto, fino all'ultimo i produttori hanno cercato di tenere il cast segreto, di non svelare troppi tratti della trama (neanche se fosse una storia originale, e non presa e copiata dai fumetti con qualche cambiamento).
Nel momento in cui hanno svelato cast e ambientazioni, registi e produttori, il flop era già stato annunciato.
Ho apprezzato la scelta di inserire anche due attori di colore, in modo da sfatare il mito della Marvel razzista, ma non è bastato a farmi apprezzare il film quanto avrei sperato.
Da grande amante dell'universo Marvel, mi aspettavo che assegnasse la sceneggiatura e la produzione a qualcuno di più esperto, e che avrebbe potuto regalarci bei momenti come quelli vissuti nel lontano 2005 e 2007 con i primi film dei Fantastici 4.
Facendo varie ricerche su internet, riguardo alle vendite, e al pensiero di alcuni critici, mi sono addirittura imbattuta nella Hollywood reporter, che afferma: "E' un trailer di 100 minuti per un film che non inizia mai".
Bene, non avrei saputo esprimere meglio il mio pensiero, se non con questa frase.

sabato 26 settembre 2015

Some words from.. #6


Rubrica che cade ogni sabato, destinata a dare un po' di speranza, affetto,
gioia, dolore e compassione dove serve.


"L'uomo sulla cima della montagna, non si è semplicemente svegliato lì."

venerdì 25 settembre 2015

Recensione: Lola and the boy next door di Stephanie Perkins

Buon pomeriggio a tutti, miei cari lettori romantici! Come state? La settimana è quasi al termine, finalmente. Qui da me il tempo è un po' incerto, al sole ci si scioglie, all'ombra fa freddo. Io personalmente aspetto quei bei pomeriggi arancioni tipicamente autunnali per cui vado matta. Oggi vi parlerò di un libro e di un'autrice che mi hanno deliziata: Lola and the boy next door di Stephanie Perkins!


Titolo: Lola and the boy next door (Anna and the French kiss #2)
Autore: Stephanie Perkins 
Editore: Speak
Pagine: 384
Prezzo: €7,32

TRAMA:

La stilista per passione Lola Nolan non crede nella moda... crede nei costumi. Più sono espressivi-brillanti, divertenti, selvaggi-meglio è. Ma anche se Lola veste in modo scandaloso, rimane comunque una figlia devota e un'amica con dei grandi piani per il futuro. E tutto è abbastanza perfetto (persino il suo ragazzo rocker) finché i gemelli Bell, Calliope e Cricket, non fanno ritorno nel vicinato.
E quando Cricket-un inventore di talento-esce fuori dall'ombra della sua gemella e torna nella vita di Lola, lei dovrà finalmente riconciliare tutti i sentimenti che ha sempre provato per il ragazzo della porta accanto.



LA MIA RECENSIONE:

Dopo averci deliziati con la romantica storia di Anna e St. Clair, ambientata a Parigi, ci spostiamo a San Francisco per vivere la storia d'amore di Lola Nolan e Cricket Bell. Sì, perché Stephanie Perkins non racconta semplicemente la storia, ma permette al lettore di viverla. 
Lola Nolan è un'appassionata di moda, o meglio, di costumi. Adora realizzarne ed indossarne sempre di nuovi, adora essere fuori dal comune, e adora rivedere una parte di se stessa in ogni costume che indossa. 
Cricket Bell, invece.. è Cricket Bell. Sto seriamente cercando di trovare le parole adatte a descriverlo, ma davvero, non riesco a trovarle. Finalmente abbiamo un ragazzo con sentimenti, buono, altruista, pronto ad aspettare la ragazza che ama, pronto a guadagnarsi la sua fiducia, e non semplicemente a mollare e a dimenticarla dopo qualche giorno. Finalmente abbiamo un personaggio che rispecchia, seppur in minoranza, i ragazzi di oggi. Cricket ha una mente brillante, una fantasia smisurata e una manualità eccellente. Cricket è un ragazzo assolutamente normale. Lola, seppur stravagante, seppur strana, rappresenta la normalità. Il bello di questo romanzo, è proprio la normalità. Non abbiamo storie assurde, non abbiamo fantasie estreme: abbiamo una storia d'amore. Una storia che potrebbe essere vissuta da me, da te, da voi. Una storia semplice, senza troppe pretese, vissuta da due persone consapevoli della loro identità, consapevoli dell'amore che provano l'uno per l'altra, e consapevoli del fatto che spesso, in amore, è necessario avere pazienza ed aspettare. E' necessario dare tempo, e prendersi tempo, per capire, per far capire e per essere felici, perché la felicità in sé richiede tempo, pazienza e dedizione. 
Stephanie Perkins come al solito riesce ad esprimere l'amore con parole semplici, non troppo ricercate, con parole che arrivano dritte al punto, che fanno tremare le gambe e ridere il cuore. Con grande maestria prenderà i vostri sentimenti, li modellerà e ve li restituirà diversi; vi renderà la mente più leggera e il cuore più grande, vi farà sentire le farfalle nello stomaco e vi farà credere che è davvero tutto possibile.

IL MIO VOTO:


martedì 22 settembre 2015

Recensione: L'A.S.S.O. nella manica

Buon pomeriggio a tutti! Dopo la recensione nettamente negativa di ieri, oggi vi parlo di un film che ho visto proprio ieri pomeriggio, e che invece ho amato. Sto parlando di L'A.S.S.O. nella manica, meglio conosciuto come The Duff!






Titolo: L'A.S.S.O. nella manica
Regia: Ari Sandel
Genere: commedia
Durata: 101 minuti
Anno: 2015

CAST:
Mae Whitman as Bianca Piper
Robbie Amell as Wesley Rush
Bella Thorne as Madison Morgan
Skyler Samuels as Jess Harris
Bianca A. Santos as Casey Cordero








LA MIA RECENSIONE:

La ragione principale per cui ho deciso di vedere questo film senza aver prima letto il libro, è proprio lì, sulla foto promozionale del film: Robbie Amell. Se mi leggete da un po', saprete che ho un amore incondizionato per Arrow, nel quale recita Stephen Amell, cugino di Robbie. L'amore per Stephen mi ha portata a credere che anche Robbie fosse un valido attore, facendomi iniziare a seguire la sua carriera. Una volta stabilita la sua bravura, ed una volta entrato a far parte dei miei attori preferiti, non potevo più aspettare: ho dovuto premere play, anche senza aver letto il libro. 
Ognuno di noi ha un A.S.S.O. Oppure ne conosce uno. Oppure lo è. Un A.S.S.O. è un'Amica Sfigata Strategicamente Oscena. Un A.S.S.O. è la tipica persona di cui le ragazze si servono per mostrare quanto sono più belle, più intelligenti, più magre. Questo film mi ha portata alle lacrime: durante tutti i minuti ho riso fino alle lacrime, ma, una volta finito, mi sono resa conto che c'era altro, dietro quelle lacrime. Insomma, vi è mai successo? Avete mai iniziato a ridere fino alle lacrime, per poi accorgervi che non erano lacrime di felicità? Ho riso per la simpatia dei personaggi, per la sensazione di realtà che mi hanno dato, ma ho anche riflettuto sull'apatia, sul bullismo, sulla mancanza di empatia che ci caratterizza. 
Ho apprezzato il personaggio di Bianca, rivedendomi in lei sotto alcuni punti di vista: a Bianca non manca assolutamente niente. Non ha niente da invidiare alle sue amiche, nulla da invidiare a Madison. Ha solamente le idee confuse su chi è, sul motivo per cui si veste in un determinato modo e sul motivo per cui si comporta nel modo in cui si comporta. 
Ho adorato alla follia anche il personaggio di Wes, che seppur leggermente stereotipato, è riuscito a cambiare il suo modo di essere, mostrando un character development pauroso, che non tutti i personaggi hanno sperimentato.
Passa dall'avere paura di essere giudicato male, al fare tutto ciò che può per essere felice. Passa dalla paura dello stereotipo in sé, alla consapevolezza di sé e di quello che si vuole, di quello che si ama. 
Unica pecca del film, è stata la voglia stupida di inserire Greta Menchi nel doppiaggio. Nulla contro Greta Menchi, nulla contro ciò che fa per vivere, ma io mi chiedo.. perché mettere gente inesperta a doppiare un film che andrà in sala? Un film è una cosa decisamente grande, verrà visto da tante persone, e sicuramente anche i non amanti riescono a capire se un doppiatore è esperto o meno, e io mi sono accorta dell'inesperienza della doppiatrice di Casey. Non sapevo neanche che fosse lei a doppiare, ma sono rimasta davvero delusa da questa scelta, in quanto era palese che la sua voce non fosse adatta (o quanto meno pronta) per essere sul grande schermo.

IL MIO VOTO:





lunedì 21 settembre 2015

Recensione: Fangirl di Rainbow Rowell

Buon pomeriggio a tutti! Come state? Finalmente, il fresco sembra essere arrivato. Il tempo stamattina ha portato molta pioggia, e come trascorrere una bella mattinata piovosa, se non con un bel libro? Oggi vi parlo di un libro che ho terminato proprio stamattina: Fangirl di Rainbow Rowell!



Titolo: Fangirl
Autore: Rainbow Rowell
Editore: St. Martin's Press
Pagine: 445
Prezzo: €13,00
Inedito in Italia


TRAMA:


"Cath è una fan di Simon Snow. Ok... tutto il mondo è fan di Simon Snow. Ma per Cath essere una fan è tutta la sua vita - ed è particolarmente brava ad esserlo. Lei e sua sorella gemella, Wren, sono rimaste catturate dalla serie di Simon Snow quando erano solo bambine; è ciò che le ha aiutate a superare l'abbandono della madre.

Leggere. Rileggere. Connettersi ai forum di Simon Snow, leggere fan fiction di Simon Snow, vestirsi come i personaggi per la premiere di ogni film. La sorella di Cath si è ormai allontanata quasi completamente dal fandom, ma Cath non riesce a lasciarselo indietro. Non vuole nemmeno provarci.
Ora che sono all'università, Wren ha comunicato a Cath di non voler dividere la stanza con lei. Cath è da sola, completamente fuori dalla sua comfort zone. Ha una compagna di stanza scontrosa, un affascinante ragazzo che le sta sempre intorno, un professore di scrittura creativa che pensa che le fan fiction siano la fine dell'era moderna, un compagno di classe bellissimo e amante delle parole... E lei non riesce a smettere di pensare a suo padre, che è gentile e fragile e non è mai rimasto davvero solo prima d'ora. La vera domanda per Cath è: può riuscirci? Può farcela senza Wren a tenerla per mano? È pronta a iniziare a vivere la propria vita? Scrivere le proprie storie? E vuole davvero andare avanti, se ciò significa lasciare indietro Simon Snow?"


LA MIA RECENSIONE:



Il problema, quando un libro piace a tutti, è proprio questo: il fatto che piaccia a tutti. Tutti ne parlano bene, tutti ne sono affascinati ed incuriositi, e sempre più gente legge e rimane colpita. E forse, il problema è proprio questo. 
Sapete che faccio solo poche volte, in pochi casi eccezionali, premesse prima di postarvi le mie recensioni, e sapete che solitamente le faccio solo se il libro mi è piaciuto particolarmente, o se è stato una delusione. Purtroppo, per me Fangirl è stato una delusione. Ma andiamo con calma, e fermiamoci sulla trama!
Cath adora Simon Snow, una sorta di Harry Potter ripreso da Rainbow Rowell, ed è una fangirl talmente accanita che scrive fanfiction su di un sito sotto il nome di Magicath. Ha anche una sorella gemella, Wren, che però non è interessata a condividere con lei una stanza al college, così Cath si ritrova a dover convivere con Raegan, una compagna di stanza decisamente scontrosa. Ma è proprio grazie a lei che Cath conoscerà Levi, il tipico ragazzo della porta accanto: bello, simpatico, estremamente dolce e solare.
Quando ho iniziato a leggere il libro, pensavo che Cath fosse un personaggio speciale, che rappresentasse tutta quella parte di mondo che adora vivere nelle storie altrui, che ama leggere, scrivere e guardare, esplorare, andare alla ricerca di qualcosa di nuovo da ammirare. Cath l'ho sempre immaginata proprio come la ragazza nella foto. Purtroppo, però, andando avanti nella lettura, sempre più spesso l'ho trovata senza spina dorsale, senza idee proprie, senza la forza di imporre il proprio pensiero e di farsi valere. L'ho trovata piagnucolosa, scontrosa e decisamente ossessionata dalla scrittura della sua Fanfiction. Scrivere di Simon Snow non è descritto come un piacere, o come un'abitudine, ma come un bisogno, cosa che a mio parere non è, non deve essere e non sarà mai, per nessuna fangirl che abbia un minimo di controllo di sé. Ammetto che anch'io qualche anno fa, amavo scrivere fan fiction. Chi non ne ha mai scritte? Eppure, non è mai diventata un'ossessione, non ha mai passato la linea dell'assurdo. Vi basti pensare che (mentre era con Levi, mentre stavano insieme, più e più volte ha preferito scrivere che stare con lui. Okay, ragazzi, questione di priorità, ma.. davvero?)
(Potrebbe essere uno spoiler, per cui, se avete già letto il libro, o se vi interessa comunque saperlo, potete tranquillamente evidenziare la parte in bianco, e potrete leggere quello che ho scritto.) 
Nonostante l'originalità del personaggio in sè, a tratti l'ho trovata tremendamente stereotipata. Cath è la tipica ragazza che si chiude in se stessa, che non vuole avere nulla a che fare con il mondo, ma che poi piange perché sua sorella è molto più popolare di lei, senza fare nulla (nulla) per cambiare le cose. 
Ogni qual volta che qualcuno la provocava, ogni qual volta che aveva l'occasione di farsi valere, finiva per dare ragione all'altra persona e tenersi tutto ciò che le veniva detto, oppure faceva finta di niente, come se nulla la toccasse, quando era evidente che lo faceva.
In quanto a Levi, non so dire se mi sia piaciuto o meno. L'ho trovato solare, dolcissimo, ma spesso le sue frasi cadevano in un luogo comune. 
Non mi è piaciuto assolutamente il modo dell'autrice di trattare il suo problema: Levi non sa leggere. O meglio, citando il testo, quando Levi legge, gli sembra come se non riuscisse a concentrarsi, come se potesse rileggere lo stesso paragrafo più e più volte senza capirlo realmente, come se le parole gli sfuggissero dagli occhi. Bene, io personalmente studio psicologia, quindi è per questo che appena ho letto la sensazione di Levi davanti alla pagina di un libro, ho subito rizzato le orecchie. Adesso, anche voi, che magari non avete studiato i disturbi dell'apprendimento, avete capito di che si tratta. Quella di Levi è un'evidente dislessia, che l'autrice ci butta lì a caso in modo da chiarire il motivo per cui Levi ha bisogno di qualcuno che legga per lui, ma poi lascia semplicemente cadere l'argomento, come se non fosse un tema estremamente interessante che avrebbe potuto ampliare.
Stessa identica cosa per il rapporto di Cath e Wren con Laura, loro madre. 
Wren, è un altro personaggio super stereotipato, di cui non ho neanche la forza di parlare. Vi dico solo quattro parole: alcolizzata che nega tutto.  Penso che siano abbastanza per darvi una chiara visuale di quello che è il suo personaggio. 
Avrei davvero, davvero voluto che questo libro mi piacesse. Avrei voluto essere talmente felice da acquistarne anche il cartaceo in edizione limitata e da parlarne per giorni. Avrei voluto che mi colpisse e mi scaldasse il cuore, ma non l'ha fatto. Ammetto che forse è stata colpa mia, ammetto di avere avuto aspettative altissime, che non sono mai calate da febbraio, quando sono venuta a conoscenza dell'esistenza di Fangirl. 
Il libro si legge facilmente, lo stile è buono, le parole sono semplici da capire, così come le strutture grammaticali usate. Il punto è che, oltre ai personaggi deboli secondo il mio parere, la storia è praticamente inesistente. Il libro conta la bellezza di 445 pagine, in cui non succede assolutamente niente. Se per voi i due protagonisti che si mettono insieme è una cosa eclatante, allora amerete questo libro. Ma se, come me, volete anche un po' d'azione, un po' di storyline, allora evitate di sprecare il vostro tempo leggendo 445 pagine in cui non succede niente. 
Quando ho iniziato a scrivere questa recensione, mi ero prefissata di non essere troppo cattiva, e di dare 3 stelline allo stile dell'autrice, che seppur leggermente banale, scorre a meraviglia. Continuando a scrivere, però, mi sono resa conto che il mio voto deve essere necessariamente abbassato, e che la delusione è davvero, davvero troppa. Purtroppo, Fangirl non è riuscito a prendermi nella sua rete.

IL MIO VOTO:


E voi? Avete letto Fangirl? Vi è piaciuto?


sabato 19 settembre 2015

Some words from.. #5


Rubrica che cade ogni sabato, destinata a dare un po' di speranza, affetto,
gioia, dolore e compassione dove serve.


"Se cerchi qualcuno pronto a cambiare la tua vita, guardati allo specchio."



venerdì 18 settembre 2015

Throne of glass di Sarah J. Maas diventerà una serie tv?

Buon pomeriggio a tutti! Come state? Oggi sono decisamente stanca, e aspetto di recuperare un po' di forze per mettermi a studiare. Oggi vi informo di una news interessantissima, che aspettavo di annunciare dalla lettura del libro. Ebbene sì, la Maas lo ha ufficialmente confermato: Il trono di ghiaccio diventerà ufficialmente una serie tv! 


Dopo l'annuncio fatto da Cassandra Clare, e dopo aver selezionato il cast di Shadowhunters, le voci su una possibile serie tv ispirata al trono di ghiaccio hanno iniziato a diffondersi a macchia d'olio, senza però essere confermate da nessuno. Qualche giorno fa, finalmente, Sarah J. Maas ci ha permesso di tirare un sospiro di sollievo: è tutto vero, verrà tratta una serie tv dai libri. Purtroppo noi italiani, come al solito, siamo ancora fermi al secondo capitolo della storia, mentre in tutto il mondo è stato da pochissimo rilasciato il quarto volume della saga. 

La Maas sta comunque continuando a lavorare per noi: sono già in scrittura e revisione il quinto e il sesto libro, più cinque novelle da aggiungere alle quattro già uscite. Inoltre, sta anche lavorando al secondo capitolo di A court of Thorns and Roses. 

Fin dalla prima lettura del romanzo, ho sperato che ne facessero una trasposizione cinematografica. Per mesi, nonostante avessi già un'idea dei personaggi nella mia mente, ho cercato un dream cast adatto, cercando attori veri e propri, e questo è ciò che ne è uscito fuori!

IL MIO DREAMCAST:






Se avete letto il libro, sapete sicuramente che tipo di personaggio sia Celaena: forte, testarda, sicura di sé. Nonostante tutto, però, ha anche lei un lato vulnerabile. Per questo, mentre pensavo alle possibili candidate, cercavo qualcuno che avesse un viso forte, con dei lineamenti abbastanza marcati, ma che fossero comunque lineamenti dolci, e la miglior candidata è stata proprio lei: Claire Holt. Adoro Claire, credo sia un'attrice molto valida, nonostante l'abbia vista solamente in The Vampire Diaries. 









Per quanto riguarda Chaol e Dorian, so che le mie scelte non combaciano perfettamente con la descrizione fatta dalla Maas, eppure, i due attori che mi sono sembrati più validi, sono proprio loro due: Torrance Coombs e Douglas Booth, che rivedo rispettivamente come Chaol Westfall e Dorian Havilliard. Immaginateli proprio vestiti in questo modo: non sono già calati nel ruolo? Sono entrambi due tra i miei infiniti attori preferiti, so il modo che hanno di recitare, e so che non mi deluderebbero affatto.




E per voi? Qual è il vostro dream cast?

giovedì 17 settembre 2015

Recensione: The lover's dictionary di David Levithan

Buon pomeriggio a tutti, miei carissimi lettori! Come state? La settimana è quasi al termine, finalmente, e spero che tutto stia andando per il verso giusto. Oggi vi propongo una recensione, che più che recensione in sé è una sottospecie di pagina di diario, dato che è scritta per un libro che non è un libro. Ho provato in tutti i modi a renderla più "professionale", ma proprio non ci sono riuscita. Vi scrivo con il cuore aperto, e vi parlo di The Lover's Dictionary di David Levithan!

Titolo: The Lover's Dictionary
Autore: David Levithan
Editore: PicadorUSA
Pagine: 211
Prezzo: €11,06

TRAMA:

"ineffable, adj. These words will ultimately end up being the barest of reflections, devoid of the sensations words cannot convey. Trying to write about love is ultimately like trying to have a dictionary represent life. No matter how many words there are, there will never be enough."








LA MIA RECENSIONE:

Parlare di questo libro non mi riesce assolutamente facile: non è un libro del quale posso presentarvi la trama, parlarvi dei personaggi e tirare le somme esprimendovi i suoi punti di forza e i suoi punti deboli secondo il mio parere. Questo libro non ha una vera e propria trama, non ha una vera e propria storia e non ha dei veri e propri personaggi. Non li ha, eppure li ha. 
David Levithan, di cui ho sempre sentito parlare ma del quale non avevo mai letto nulla, ha scritto un libro sotto forma di dizionario. Per aiutarvi, ho deciso di inserire nella recensioni foto delle pagine stesse, di alcune citazioni, in modo da farvi capire davvero di cosa si tratta. Subito dopo aver finito il libro, ho provato più volte a scrivere una recensione, senza successo. Ho provato più volte a digitare pensieri razionali, ma tutto ciò che sono riuscita a tirare fuori sono state riflessioni personali. Per questo vi faccio questa premessa: non aspettatevi una recensione con la R maiuscola, perché nonostante ci stia provando, sono sicura che finirò con il mescolare quattro o cinque pensieri irrazionali e sconnessi tra di loro e a postarveli qui, nel mio blog, con scusante semplicemente il fatto che è stato aperto proprio per dar voce a questi pensieri.
Come vi dicevo, il libro è scritto sotto forma di dizionario. Ogni pagina ha una parola, e ogni parola ha un significato, attribuito dall'autore sotto forma di pensiero o aneddoto. Quindi, non abbiamo una vera e propria storia, ma tanti piccoli pezzetti di vita, che sta a noi riordinare. Non abbiamo neanche la descrizione dei personaggi, il che ci lascia pensare che potrebbero essere chiunque ed ovunque, se non fosse per i riferimenti agli scenari di New York e San Francisco. Abbiamo semplicemente un accenno al loro carattere, che ci arriva direttamente da ciò che il protagonista scrive.
Il nostro protagonista, di cui non abbiamo nome, non abbiamo età, non abbiamo informazioni fisiche, è tremendamente simile a me. Forse per questo parlare di questo libro mi riesce così difficile. Protagonista (per questioni di comodità, lo chiamerò così in questa recensione) è tremendamente insicuro. Quando qualcuno guarda la sua fidanzata, mentre lei si sente sicura di sé, bella, giovane, lui riesce solamente a toccare con mano i dubbi dormienti nella sua anima: tra tutte quelle persone che la stanno guardando, ci sarà qualcuno che lei potrebbe scegliere? Qualcuno che non sono io? C'è qualcuno in questa stanza che potrebbe farla sentire meglio di come faccio io? Protagonista è un amante della lettura ed un ordinario. Segue una determinata routine, nonostante vorrebbe andare all'avventura. Spesso, capita anche a me di sentirmi troppo stabile, di non volere più quella serie di cose da fare giornaliere, quella serie di cose sempre uguali. Eppure, l'avventura non fa per noi, non fa per noi persone sensibili: potremmo sentirci in colpa per aver tolto tempo alle nostre abituali attività, alla nostra famiglia. Potremmo diventare tristi perché non c'è più abbastanza verde. Potremmo sentire la mancanza delle ore in solitudine. 
Protagonista ha un cuore troppo prezioso, un cuore troppo grande per restare fermo nell'ordinario, eppure, ogni volta che si lascia prendere troppo, tende a soffrire, e a danneggiare quel cuore tanto grande che ha. Protagonista non è pretenzioso, desidera solo che tutto vada per il verso giusto; desidera essere preso in considerazione; desidera qualcuno che lo ami, e qualcuno da amare, ma non vuole un semplice amante. Vuole qualcuno che lo consumi, qualcuno che gli faccia provare la sensazione del fuoco nelle vene e delle farfalle nello stomaco. Protagonista è accecato dall'amore, dalla sensazione di avere qualcuno al suo fianco, e lo è talmente tanto da non rendersi conto della relazione dannosa che sta vivendo. Non si accorge che finirà per farsi male, che sta soffrendo ardentemente e che potrebbe smettere di farlo in poco tempo. Protagonista, è semplicemente uno di noi.

IL MIO VOTO:


E voi? Avete mai letto questo libro? Che ne pensate? Vi incuriosisce?


mercoledì 16 settembre 2015

Segnalazione: Ivano Mingotti

Buongiorno a tutti, miei cari lettori! Come state? Spero che tutto stia andando bene, e che la settimana stia iniziando con la giusta carica. Mentre mi leggerete, purtroppo, sarò a scuola, a rimpiangere le giornate passate al mare e soprattutto quelle in cui avrei potuto andarci ed ho scelto di rimanere a casa. Ad ogni modo, senza divulgarmi troppo (avete notato che lo faccio spesso? Eppure, mi viene così naturale! Forse ho qualche problema), oggi vi faccio un'altra segnalazione tutta italiana, che mi sta davvero a cuore: sto parlando di Ivano Mingotti, il primo autore che, circa un anno fa, all'apertura del mio blog, ho segnalato e che finalmente ho il piacere di leggere.


LE OPERE:

CELESTE 1872
Titolo: Celeste 1872
Autore: Ivano Mingotti
Editore: AlterEgo
Pagine: 166
Prezzo: €12,00


TRAMA:

Nel 1872, Sarah Briggs si trova a bordo della Mary Celeste, nave di proprietà del marito, salpata dagli Stati Uniti e diretta verso il porto di Genova. Accompagnata dal consorte e dalla figlioletta, Sarah, donna pia e devota, racconta in prima persona i lunghi giorni di navigazione in mezzo all’oceano, costretta a sopportare la convivenza con marinai sporchi e volgari. La tranquillità del viaggio viene presto interrotta dal manifestarsi di eventi inspiegabili: cosa rappresenta la luce accecante che puntualmente avvolge la nave? E perché, ad ogni apparizione, un nuovo membro dell’equipaggio scompare letteralmente nel nulla?
Celeste 1872 è un lungo viaggio verso Genova, ma anche il lungo viaggio dentro al cuore di una donna. Un romanzo introspettivo attraverso cui l’autore esplora l’anima femminile con delicatezza, alternando tempeste a momenti di bonaccia, raccontando così la vicenda della Mary Celeste, che può essere considerata a tutti gli effetti la prima nave fantasma della storia.



Titolo: Il paese dei poveri
Autore: Ivano Mingotti
Editore: Rei Editore
Pagine:130
Prezzo: €2,99


TRAMA:

''Il paese dei poveri'' è un romanzo di critica sociale, imperniato sul concetto di produttività, nonché una disamina, in un contesto distopico, del concetto dei lager e dei prigionieri.
In un mondo in cui l'economia e la produttività sono tutto ciò che conta, la popolazione è costretta a non essere povera: essere in miseria è un delitto, è rallentare la società, e dunque, per evitarlo, la società, sotto lo schermo dell'indifferenza dei suoi cittadini, interna in grandi istituti, chiamati ''paesi dei poveri'', coloro che vengono ritrovati in strada, nullatenenti e nullafacenti.
In questo lager per barboni si ritroverà il protagonista, costretto a viverne le regole, affini a quelle dei famosi lager di Birkenau e Auschwitz, e a essere così alienato dalla sua stessa condizione di umano, fino alle conseguenze più terribili che possano essere pensate.
In una disamina non solo della condizione di internato, ma anche della società che circonda questi luoghi di detenzione, e con un occhio critico, attraverso la similitudine con il nostro mondo, sempre più dedito all'economia e al guadagno come primo bastione, ci ritroveremo davanti a scenari difficili da sopportare, ritrovandoci, in parte, corresponsabili del dolore dei prigionieri.



Titolo: Il cenotafio di Simon Petit
Autore: Ivano Mingotti
Editore: Leucotea
Pagine: 144
Prezzo: €12,90


TRAMA:

Simon, giovane violinista, è un personaggio tormentato ed enigmatico; un novello Faust, dannato dalla vita e dal proprio dono, dal proprio talento.
Una ragazza, perdutamente innamorata di Simon fin dall'infanzia, ne traccia la storia, in modo confuso e dal proprio punto di vista, seguendolo nella sua perdizione. 











Titolo: Nebbia
Autore: Ivano Mingotti
Editore: DEd'A
Prezzo: €15,90


TRAMA:

Un bambino, la sua nonna, una passeggiata: inizia così Nebbia, horror metafisico che inscena la sua storia all’interno del piccolo paese di Beaumont, sperduto tra alte montagne, aguzze vallate e nebbia spessa che si taglia con il coltello.
In questo paesino molteplici protagonisti assistono impotenti alla scena che si propone agli occhi del lettore e che si è innumerevoli volte già proposta ai loro stessi occhi, durante le loro piccole vite di provincia: una anziana donna è stata ingoiata dalla nebbia, che non l’ha più restituita, smarrendola.
La nebbia è in questo romanzo insieme presente e mostruosa, ed accondiscesa, accettata, è il dio a cui il paese dona il suo tributo di silenzio, di rassegnazione, di depresso avvenire.
Non è quindi la nebbia l’elemento principale e traumatico, di scossa del romanzo, ma l’uccisione della figlia dell’anziana donna e la sparizione di suo figlio, ed il seguente concatenarsi di sparizioni ed omicidi, che focalizzerà l’attenzione dei vari protagonisti in un susseguirsi di salti d’indagine e di dubbio, svelando via via elementi preziosi al lettore per una in teoria piena comprensione di ciò che si cela dietro il paese di Beaumont.
La protagonista assoluta sarà Clythia, antipatica, mascolina, arrogante redattrice del giornale di Beaumont, seguita dal vigile nella sua vita sentimentale e nei misfatti criminali su cui ritroverà i suoi passi.
Nebbia è quello che sembra, e non lo è interamente, come la stessa nebbia che ne segue le pagine.


Sotto-un-sole-nero-1T
Titolo: Sotto un sole nero
Autore: Ivano Mingotti
Editore: DEd'A
Pagine: 244
Prezzo: €14,00


TRAMA:

In un presente alternativo, un governo totalitario sembra gestire la vita dell’intera popolazione umana. I “cittadini” vivono in un regime di terrore e di ferree regole dettate dal Ductor. Apparentemente salvatore della specie, dopo il disastro ecologico, il Ductor “protegge” il popolo sotto un sole nero, nel silenzio e nell’alienazione in cui sono ridotti, sotto un regime che marcia per le strade “Per la pace. Per la quiete. Per il sangue dei nemici”. Ma un’ulteriore minaccia da parte di invasori esterni sembra minare questo equilibrio. Nove vite si intrecciano, ci raccontano e ci conducono verso un epilogo inaspettato.





http://img3.libreriauniversitaria.it/BIT/240/226/9788864382265.jpgTitolo: Stati Uniti d'Aspirina
Autore: Ivano Mingotti
Editore: Zona
Pagine: 150
Prezzo: €15,00


TRAMA:

Elizabeth Everwood torna sulla scena del crimine. Stavolta, però, non ci sarà nessun assassino. Nessuno strano caso da risolvere. Nessuna traccia di sangue, nessuna impronta. Solo una miriade di concitati eventi, suicidi misteriosi e coincidenze allarmanti. Trasferita nella lontana e sconosciuta Seattle, perso ogni contatto con la sua vecchia Baltimore, Betty dovrà cavarsela da sola. Sola, contro tutti. Sola, fino a perdere sé stessa. Fino a credersi pazza e lasciare tutto. Tutto, in cerca di una soluzione che sembrerà non arrivare mai.












http://www.ilblogdeilibri.com/wp-content/uploads/10834.jpgTitolo: Solo gli occhi
Autore: Ivano Mingotti
Editore: Kimerik
Pagine: 126
Prezzo: €12,00


TRAMA:

Gli ingredienti: un serial killer, una serie di tracce lasciate sui luoghi dei delitti accanto a ogni vittima, ma mai un'impronta, né una traccia o un indizio. Si sta forse cercando un fantasma? Un fantasma può fare tutto questo? Deve esserci un bandolo per questa matassa. Ma dove? Betty non lo sa. Non sa come spiegarselo. Una cosa è certa, deve capire una volta per tutte.













http://giotto.ibs.it/cop/cop.aspx?s=B&f=170&x=0&e=9788860963116Titolo: Storia di un boia
Autore: Ivano Mingotti
Editore: Kimerik
Pagine: 166
Prezzo: €14,00


TRAMA:

Se dal nulla spuntasse un giustiziere pronto a rappresentare tutto il male del mondo pur di riportarlo sulla retta via; se un solo uomo potesse per un solo momento incarnare la giustizia dura, implacabile; se una sola anima ed un solo corpo potessero impersonare la volontà di una nazione stufa dei propri politici, dell'incoerenza della legge, dell'insicurezza totale, come lo accoglierebbe l'intero mondo? Se quest'uomo decidesse della vita, della morte, della libertà e della pace del pianeta senza rendere conto a nessuno, in modo completamente soggettivo e razionale, come lo giudicherebbe la società? E come giudicherebbe se stesso? Un thriller storico ben congeniato, complesso, che vi farà piombare nell'oscurità più nera, cercando una luce lontana chiamata utopia. Un enigma che carpirà i vostri desideri e le vostre paure, finché voi stessi non sarete posti dinnanzi alla grande domanda: meglio vivere da lupi o morire da pecore?




ORIZZONTI LACERATI
Titolo: Orizzonti Lacerati
Autore: Ivano Mingotti
Editore: autopubblicato, Lulu
Pagine: 375
Prezzo: €14,40


TRAMA:

Orizzonti Lacerati è la storia di un ragazzo senza nome, la cui vita è travolta da visioni e alterazioni, dovute alla tossicodipendenza, che lo portano a credere di essere una qualche sorta di super-eroe, o di salvatore della patria. Un romanzo di formazione, nell’analisi brutale e dolorosa della vita del protagonista e del mondo, contemporaneo, che gli sta attorno.





Indiano
Titolo: Indiano
Autore: Ivano Mingotti
Editore: autopubblicato, Lulu
Pagine: 120
Prezzo:  €10,00

TRAMA:

Ahmik vive di terra e di cielo, Ahmik è il salmone che danza nelle fredde acque del fiume, Ahmik è la freccia dei guerrieri, è il tremar delle gambe alle emozioni dell'adolescenza, Ahmik è incertezza, fuga. Ahmik è un nativo americano, un pellerossa, Ahmik vive nel sedicesimo secolo e nemmeno lo sa. Ahmik vive ai margini di un evento epocale, l'esplorazione spagnola nell'Oregon, il primo cavallo conosciuto in terre nord americane. E il primo cavallo sarà il suo cavallo, e sarà Ahmik, sarà la sua corsa. Ahmik non è un guerriero, Ahmik è un emarginato, un abbandonato. Insieme a nonna Kachina, in una piccola tenda, ad attendere che il sole cali su un destino segnato.



product_thumbnailTitolo: Socmel
Autore: Ivano Mingotti
Editore: autopubblicato, Lulu
Pagine: 428
Prezzo: €16,10


TRAMA:

Socmel! parla di un uomo, un truffatore, Pietro, perso nelle campagne romagnole, che si troverà ad affrontare, in modo assolutamente tragicomico, la fine del mondo. Con il fido compagno asinello e il vecchio imprecatore, Pietro arriverà infine a Dio, a cui vorrà dire giusto due parole. O forse una. Prima parte di tre (Nel nome del Padre.., ..del Figlio.., ..e dello Spirito Santo).















L'AUTORE PARLA DI SE':

Sono nato l’8 gennaio 1988 a Desio, nella ridente Brianza; sono quindi molto giovane, ma ho un bel bagaglio di esperienza, soprattutto nel campo editoriale e letterario,sulle spalle.
Ho pubblicato, in ordine cronologico, Storia di un boia (Kimerik, 2009), Solo gli occhi (Kimerik, 2010), Stati uniti d’aspirina (Zona, 2011), Sotto un sole nero (DeD’A, 2012), Nebbia (DeD’A, 2013), Il Cenotafio di Simon Petit (Leucotea, 2014) Il paese dei poveri (Edizioni R.E.I, 2014). E’ in uscita, per AlterEgo,“Celeste 1872”, a maggio 2015.
Sono Presidente dell’Associazione Culturale LiberoLibro, di cui potete vedere il sito qui.
Curo la collana di libri sperimentali “Nuove Luci” per Amande Edizioni,cercando di creare un brand di opere dallo stile e dalle tematiche innovative ad un prezzo contenuto per l’utente finale (il lettore).
Sono conduttore radiofonico per la trasmissione Book Express su Radio Lol, di cui potete trovare qualche info qui.
Mi occupo di traduzioni di saggi, romanzi e raccolte di racconti per tre case editrici (di cui non rivelo né nome, né titolo dei libri, fino a pubblicazione dei tradotti avvenuta), inoltre scrivo per la webzine Elapsus brani di approfondimento su argomenti misteriosi o poco noti.
Ho un canale youtube in cui parlo dei miei libri, dei miei eventi e delle mie idee. Trovate, comunque, tutti i link nelle pagine correlate.
Sono una persona aperta al dialogo, ma che non sopporta quelli che spesso mi piace definire i ‘dogmi’ imposti dalla massa dei lettori, che identificano lo scrittore, soprattutto emergente, come un personaggio che deve solo star zitto e subire critiche, se non offese (e sono spesso un po’ focoso su questo punto). Credo di essere una persona decisamente logica e razionale, e per questo mi piace “far capire” agli altri quali cose, riguardo la letteratura e il loro modo di intenderla, siano sbagliate.
Ah, per chi se lo chiedesse: no, non sono io l’autore spocchioso!


Ed eccoci arrivata alla fine di una lunghissima carrellata di opere interessanti, scritte con amore e passione. Che ne pensate? Quali titoli vi affascinano di più?