lunedì 8 febbraio 2016

Recensione: Ho lasciato entrare la tempesta di Hannah Kent

Buongiorno a tutti, ragazzi! Come state? So che sembra assurdo il fatto che io sia qui, dopo mesi, e sembra ancora più assurdo il fatto che il mio blog sia pieno di buchi. Eh sì, perché mi assento troppo spesso e per troppo tempo! Ma quando lo faccio è perché anche la mia voglia di leggere si addormenta, e pur di non farla inasprire la lascio dormire. Scherzi a parte, questi per me sono stati mesi molto duri, di introspezione e riflessione che mi hanno cambiata e mi hanno resa una persona leggermente diversa da quella che vi scriveva solo due mesi fa. Inutile dilungarmi troppo su quest'argomento, dato che credo dedicherò un post intero di scuse e spiegazioni che sono sicura di dovervi. Dopo questa premessa, oggi vi parlo di un libro terminato qualche giorno fa, Ho lasciato entrare la tempesta di Hannah Kent!

Titolo: Ho lasciato entrare la tempesta
Autore: Hannah Kent
Editore: Piemme
Pagine: 350
Prezzo: €16,50

TRAMA:

Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell’Islanda dell’Ottocento – immersa nella nebbia come in mille superstizioni – lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l’uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell’inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell’efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell’amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.

LA MIA RECENSIONE:

Quando ridendo vi dico di essere una blogger pessima, è perché lo sono davvero. Questo libro è uscito a novembre del 2014, e mi era stato inviato gentilmente dalla casa editrice per recensirlo. Eppure, proprio non ci ero riuscita a leggerlo. L'avevo iniziato la sera stessa, tanto ero curiosa di sapere la storia. Ovunque i pareri su questo libro erano ultra positivi, eppure le mie aspettative mentre lo leggevo calavano a dismisura. 
tomba di Agnes Magnúsdóttir
E non so dirvi come mai dopo così tanto tempo abbia scelto di riprenderlo in mano, in un periodo in cui tutto avrei voluto leggere, tranne un romanzo così serio e introspettivo. La storia narrata dalla Kent non ha né capo né coda. E' questo che pensavo durante la lettura. Non riuscivo a dare una trama, ma solo a comprendere quale fosse la situazione psicologica dei personaggi, dei quali non riuscivo ad immaginare cosa avrebbero fatto o detto o anche solo pensato. Questa è una storia di tormento, di crescita, di paura, e continuo a pensare che non abbia trama, ma che serva a tutti leggere qualcosa del genere, per immedesimarsi in qualcuno, per crescere ed imparare dai suoi sbagli. Per questo non voglio raccontarvi proprio nulla di Agnes Magnusdottir, la nostra protagonista, né degli altri personaggi, che sono tutti da scoprire.
Non è sicuramente il mio genere prediletto, non è qualcosa che bramo quando vado in libreria, ma questo libro mi ha colpita e Agnes si è scavata un posticino nel mio cuore. 

IL MIO VOTO:

Nessun commento:

Posta un commento